Con questa opera del 2002 volli celebrare e raccontare a modo mio l’immane tragedia di cui oggi ne ricordiamo l’accaduto.
Trovai doveroso per un artista riportare tale avvenimento ma senza la retorica del racconto sofferto di quanto anche a distanza, vissuto .
Di fronte alla raggelante verità di quella parentesi della storia mi sembrava superfluo ogni pensiero, ogni parola e qualunque forma di rappresentazione visiva.
Quello che più mi pesava era il silenzio sospeso che avevo avvertito nel guardare le immagini incredibili che arrivavano negli schermi dei nostri media.
Tanto fredde ed inimmaginabili da sembrare un film.
Ho cercato quindi attraverso la geometria e il calcolo freddamente numerico di riportare il senso di quell’ “assordante silenzio”, e la limpida materializzazione e rappresentazione spettacolare del male.